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.: DA VEDERE
 Chiesa madre
 L'edificio risale, nel suo aspetto attuale, al XVI sec. La facciata a salienti è scandita da due lesene che incorniciano il portale a girali vegetali ed è arricchita, sul secondo livello, da un rosone. I fianchi della chiesa sono invece coronati da una merlatura a coda di rondine. La pianta basilicale, a tre navate intersecate da un doppio transetto e terminanti in tre absidi (quella centrale è però squadrata e non semicircolare), è quella tipica delle chiese normanne. Particolarmente belli sono gli stucchi che ornano l'arco di trionfo, attibuiti a Gaspare Serpottaro (XVII sec., padre del più famoso Giacomo): un nugolo di angioletti che sostengono drappi e ghirlande e che suonano strumenti musicali. Il gioco si ripete anche sull'arco che chiude la crociera, anche se meno ricco.
 La trave centrale del soffitto a capriate è dipinta a figure allegoriche e reca le due date 1564 e 1570.
 COLLEGIATA DI SAN PIETRO
 La chiesa di San Pietro venne addossata al lato orientale del palazzo dei principi e la Costruzione fu iniziata intorno al 1653. Ad unica navata grande , i vani sottostanti erano destinati ad ospitare il Tesoro e alla sepoltura del clero della collegiata. A ridosso della chiesa c’era un campanile a guglia, ricoperto di scaglie in maiolica verde, che venne demolito alla fine del 1880 perché giudicato pericolante da tecnici del Comune. L’interno della collegiata, soprattutto il cappellone, è riccamente decorata con stucchi e affreschi di scuola serpottiana. Dopo l’Unità d’Italia la chiesa divenne di proprietà comunale è fu adibita prima come scuola e successivamente come uffici . Da qualche anno sono cominciati i lavori di restauro.
 CHIESA DEL PURGATORIO
 La Chiesa del Purgatorio fu eretta tra il 1642 e il 1664 nello stesso sito ove sorgeva una chiesa più antica, per volontà del Duca Diego D’Aragona. Pregevoli, all’interno, la decorazione in stucco dell'abside, eseguita nel 1746 dai fratelli castelvetranesi Nicola e Gaspare Curti, nell’altare maggiore c’era un dipinto raffigurante “Anime purganti”, oggi nella chiesa madre, attribuita a Olivio Sozzi (1690-1765) e la statua lignea nella navata di sinistra di S.Sebastiano, oggi nella chiesa degli Agonizzanti. Importantissima la facciata, eseguita dopo la costruzione della chiesa, nata più come elemento decorativo della piazza che della chiesa; l’interno della chiesa, a tre navate, divise da colonne, è riccamente decorato con stucchi e affreschi.
 CHIESA DI SANT'AGOSTINO
 La chiesa fu costruita ad angolo tra le vie Garibaldi e Felice Orsini tra il 1565 e il 1570. All’ interno presenta una navata unica, l’archivolto della porta d’ingresso presenta modanature gotiche. L’altare maggiore conteneva la statua della Beata Vergine della Consolazione che è andata perduta. Parzialmente crollata dopo il terremoto del 68, è stata restaurata ed oggi viene utilizzata per mostre e convegni.
 La località di Selinunte
 Le rovine di Selinunte, da sole, giustificherebbero un viaggio in Sicilia, perchè si tratta di luoghi di una bellezza e di una suggestione uniche ed incomparabili.
 Il nome deriva dal greco Selinon (prezzemolo selvatico), che ancora cresce spontaneo nella zona. Fondata nel corso del VII secolo a.C. da coloni Dori, ebbe vita breve (circa 200 anni), ma intensa.
 I monumenti grandiosi dimostrano che la città raggiunse, nel V secolo a.C., uno straordinario sviluppo. Alleata di Cartagine viene poi da questa distrutta con mezzi ferocissimi.
 In età bizantina, un violento terremoto finì per ridurre ad un cumulo di rovine i monumenti dell'antica città della quale si perdette anche il nome.
 Di recente essa è stata istituita a parco archeologico con un'estensione di 270 ettari, suddivisa nelle tre aree di seguito descritte.
 La zona dei Templi Orientali: in essa sono compresi numerosi templi raggruppati e rivolti verso est che sono stati classificati con le lettere dell'alfabeto in Tempio E (recentemente restaurato, rispecchia lo stile gotico siciliano), Tempio F (dedicato alla dea Hera o a Afrodite) e Tempio G (edificato nel 530 a.C. e occupa una superficie di ben 7.000 Mq.).
 La zona dell'Acropoli: essa è sita nella parte più alta e vi si trovano i templi di costruzione più antica, cioè O, A, C e D, oltre alle fortificazioni e alle immense mura di sostegno.
 La zona del Santuario: essa si trova oltre il centro urbano. Disseminati su un terreno quasi desertico, i templi in rovina oggi innalzano al cielo le loro imponenti colonne.
 Tra queste si segnala per grandiosità quella nota con il nome di "Fuso della Vecchia", la cui circonferenza è tale che otto persone non riescono a cingerla.
 Nella vicina contrada di Monuzza, oltre il fiume Selino, è sita la città più antica, mentre nella località Gaggera è ancora visibile il Santuario della Melaphoras (dea del melograno).